martedì 4 novembre 2014

Gli acconti di novembre



Secondo e ultimo appuntamento per gli acconti sull’imposta sul reddito del 2014. Com’è noto, infatti, nel nostro sistema tributario si pagano non solo le imposte sull’anno ormai concluso ma anche diversi acconti su quello in corso, in attesa di determinare il saldo e l’eventuale conguaglio con la prossima dichiarazione dei redditi.


L’acconto di novembre è il più pesante e, al contrario del primo acconto (pagato a giugno), deve essere versato in un’unica soluzione, senza alcuna possibilità di dilazione o rateazione.
Il suo ammontare è pari al 60% dell’ammontare indicato nel rigo RN32 dell’ultimo modello UNICO, ossia del valore dell’IRPEF complessiva del 2013 detratte le ritenute subite e alcune particolari categorie di crediti d’imposta; in caso di presentazione del modello 730, il calcolo segue strade analoghe.
Un altro 40% del medesimo importo ha rappresentato, alcuni mesi fa, l’importo del primo acconto. Se tuttavia l’importo indicato nel rigo RN32 non supera € 257, non abbiamo la distinzione fra primo e secondo acconto, e l’importo complessivo deve essere versato in unica soluzione entro la scadenza del secondo acconto.
Di quale scadenza parliamo? In genere è il 30 novembre, ma poiché quest’anno tale data cade di domenica, la scadenza slitta a lunedì 1 dicembre.


Per dipendenti e pensionati, comunque, ad eseguire il pagamento sarà il sostituto d’imposta, prelevando l’importo dovuto dalla busta-paga o dalla pensione. Gli altri, invece, dovranno armarsi di modello F24, rammentando di rispettare le nuove regole in vigore dal mese scorso.
A parte l’acconto IRPEF, alcuni contribuenti potrebbero trovarsi a dover pagare anche acconti di altra natura: i contribuenti minimi, ad esempio, devono tener d’occhio l’imposta sostitutiva cui sono sottoposti; imprenditori individuali, professionisti iscritti alla Gestione Separata e altre categorie devono preoccuparsi dei contributi destinati all’INPS; coloro che affittano in regime di cedolare secca potrebbero dover pagare un acconto su questa particolarissima imposta; e così via.


Ricordiamo, comunque, che a parte il metodo storico, cioè il metodo di calcolo degli acconti basato sulle imposte dell’anno prima, il contribuente può scegliere di versare di meno o non versare affatto qualora ritenga che il proprio reddito dell’anno in corso sia inferiore o addirittura nullo (metodo previsionale). È quindi autorizzato a versare gli acconti in proporzione a queste riflessioni, fermo restando che se le previsioni risultano erronee, sull’importo omesso arriverà un giorno una multa.

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