martedì 18 novembre 2014

Il contenuto dello scontrino parlante



Fra le varie spese sanitarie che dobbiamo sommare per determinare la detrazione spettante sulla nostra IRPEF, il calcolo più complesso e noioso riguarda gli acquisti alla farmacia




“Complesso” poiché si tratta, solitamente, della montagna di documenti più corposa fra tutte quelle che utilizziamo nella dichiarazione dei redditi; “noioso” poiché gli importi sono spesso assai ridotti e, presi singolarmente, hanno un impatto assai modesto sulle riduzioni d’imposta, anche ricordando che esiste una franchigia di € 129,11. Tuttavia, è bene non sottovalutare questa risorsa, poiché presi tutti insieme questi scontrini potrebbero comunque rivelarsi di valore complessivo interessante. E siccome gli scontrini con gli anni sbiadiscono, è bene farne una fotocopia per premunirsi in casi di futuri controlli.
Perciò, alla farmacia occorre sempre presentare la tessera sanitaria, affinché il nostro codice fiscale appaia in bella mostra nello scontrino; infatti, se non è “parlante” (così si chiama in gergo lo scontrino con indicazione del codice fiscale del contribuente), la spesa non ha alcun valore fiscale.



Quando il CAF o il commercialista esaminano gli scontrini della farmacia, sono sostanzialmente tre i controlli che compiono. I primi due sono facili e immediati: che vi sia per l’appunto il codice fiscale del contribuente e che la data dell’acquisto rientri nel periodo d’imposta interessato. Non avete idea di quante volte chi scrive queste righe ha dovuto scartare scontrini formalmente ineccepibili ma risalenti a due, tre, quattro anni prima.
Il terzo controllo è il più lungo e analitico: cosa è stato comprato? Infatti non tutte le spese sostenute in farmacia sono considerate come oneri sanitari e dunque non sono detraibili. Se il discorso è abbastanza ovvio per dentifrici o zoccoli da spiaggia, non è così immediato quando si tratta di quelle che un po’ tutti chiamiamo genericamente “medicine”, e che invece si distinguono in un numero significativo di sottocategorie. Su questo torneremo nel prossimo articolo.




Per chiudere, facciamo una piccola precisazione: per semplicità espositiva stiamo usando e continueremo ad usare il termine “farmacia”, ma naturalmente non c’è alcuna differenza se gli stessi acquisti sono compiuti presso una parafarmacia, anche quando interna ad un ipermercato.

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